La civiltà del ballo in Romagna

Un romagnolo che non sappia ballare il valzer non è un romagnolo

Dei “Balach”, una casata di gente originale che ne inventava una al giorno, si diceva in paese [a Cervia, n.d.r.] che fossero posseduti dal demone della danza. Il vecchio, detto “e Gagg”, per il fulvo colore della pelle e dei radi capelli, aveva chiamato le figlie Tersicore e Euterpe, spiegando agli amici che avrebbe voluto crescerle sacerdotesse del ballo e della musica […]. Un romagnolo che non sappia ballare il valzer non è un romagnolo, sentenziava spesso “e Gagg”. E del modo di ballarlo conosceva tutti gli stili; dal valzer stretto, girato su un soldo, si udiva dire, dei forlivesi a quello largo e strisciante dei cesenati, dal valzer intervallato da furiosi mulinelli dei faentini a quello lento e slanciato dei lughesi (1).
[…] I “Balach” avevano fatto del ballo il piacere più alto della loro vita. Il loro caso era l’indice rivelatore di un costume (2). Leggi tutto “La civiltà del ballo in Romagna”

L’epopea di una musica da ballo chiamata liscio

Quando agli inizi del Novecento la tradizione classica del valzer comprendeva il viennese, lo scozzese, il francese e il boston americano, in Romagna ne esistevano già quattro stili diversi: il forlivese stretto e girato, il cesenate largo e strisciato, il faentino intervallato da furiosi mulinelli e il lughese lento e slanciato. Il valzer aveva già assunto un carattere spiccatamente romagnolo, che consisteva nel fare le terze, tre giri per ogni quarto di battuta, con l’arresto improvviso alla fine di ogni parte. Leggi tutto “L’epopea di una musica da ballo chiamata liscio”

Il ballo

“Il ballo tipico Romagnolo (valzer, polca, mazurca) non è puramente romagnolo come base ma bensì come impostazione. Il valzer, la polca e la mazurca possono godere dell’appellativo di “Romagnoli” perché alle basi di questi sono state aggiunte variazioni prettamente romagnole”. (da “La Romagna nel Ballo, fra storia, tecnica  e leggenda”, del M° G. Cicognani). Leggi tutto “Il ballo”