La Romagna di “Romagna mia”

Quando il lunedì andava all’appuntamento fisso al bar degli orchestrali di Forlì, dove aveva cominciato ad accompagnarlo la figlia Riccarda fresca di patente, tutti lo conoscevano e nel tragitto dal parcheggio al bar si fermava continuamente per scambiare un saluto, qualche parola con chiunque incontrasse. Riconoscendo le persone si toccava sempre il cappello in un cenno di rispetto, se intravedeva qualcuno a distanza era lui il primo a chiamare e a rivolgere il saluto. Era diventato come uno della famiglia, della famiglia di tutte queste persone. E’ in questi anni che è iniziata la tradizione dei concerti del Primo maggio in piazza Saffi, a Forlì, dove la festa del lavoro si celebrava dal 1890, la data inaugurale, con la sola eccezione del periodo fra le due guerre. Le immagini dell’epoca ritraggono Secondo Casadei serio, concentrato, certo emotivamente coinvolto davanti a un mare di folla dai volti segnati e forti, visibilmente volti di lavoratori di una Romagna ancora contadina, una folla a sua volta non sorridente ma coinvolta e unita nella condivisione di quel concerto che ha preceduto, ineguagliato, tanti concertoni della capitale, accolto come un dono rituale in quella giornata ancora solenne.

Quando faceva il 1° maggio in piazza a Forlì, era una specie di trampolino, di prova, diceva: “Questo brano è stato applauditissimo, lo lascio così”, in base alla reazione del pubblico. Il concerto è cominciato negli anni Cinquanta, forse dopo Romagna mia. Era la Camera del Lavoro che organizzava, lo chiamavano perché era l’orchestra più popolare. I primi anni c’era solo la gente di Forlì, poi hanno cominciato a venire dalla province vicine; negli ultimi anni, quando ha iniziato Raoul, venivano i pullman, venivano da tutte le parti, c’erano venti, trenta pullman dentro la piazza di Forlì. C’era una marea di gente, era un appuntamento fisso, un appuntamento molto caro a tutta la gente. Mio padre era lì per la gente, la sua gente, a suonare, ci metteva l’anima in quella giornata, per lui era come andare alla Scala di Milano (14).


Note
1. Gastone Maccagnani, Recitare la parte del romagnolo, in Questa Romagna. Documenti di storia, costumi e tradizioni, a cura di Andrea Emiliani, Bologna, Alfa, 1963, p. 457
2. Si vedano in generale Emilio Rosetti, La Romagna. Geografia e storia, Bologna, University Press, 1995 e Roberto Balzani, La Romagna, Bologna, Il Mulino, 2001
3. Guido Nozzoli, Il pianeta Romagna in Questa Romagna, cit., p. 33)
4. Cfr. Tra lun e scur. L’immagine del romagnolo nella poesia, nel dialetto, nel cinema e altrove, a cura di Paolo Guiducci, Rimini, Il Ponte, 1996
5. Rino Alessi, Calda era la terra, Rocca San Casciano, Cappelli, 1958, p. 45
6. Franco Dell’Amore, Storia della musica da ballo romagnola 1870 – 1980, Savignano sul Rubicone, Liscio@museuM / Pazzini Editore, 2010, p. 127
7. Leandro Castellani, Lo Strauss della Romagna. Le avventure di Secondo Casadei, Milano, Camunia, 1989, p. 53
8. Marcel Proust, I piaceri e i giorni, a cura di Mariolina Bongiovanni Bertini, Torino, Bollati Boringhieri, 1988, pp. 124-125
9. Federico Savini, “La zèt la vò balè!”, in “Blow Up”, n. 188, gen. 2014, p. 25
10. Alan Lomax, L’anno più felice della mia vita: un viaggio in Italia. 1954 – 1955, a cura di Goffredo Plastino, Milano, Il Saggiatore, 2008
11. Su Carlo Brighi si vedano Franco Dell’Amore, “Taca Zaclen!”. Le origini del ballo popolare in Romagna (1870 – 1915) nel repertorio di Carlo Brighi detto Zaclen, Bologna, Forni, 1990 e Antonella Imolesi Pozzi, Elisabetta Righini, Paola Sobrero, Carlo Brighi. Suoni e immagini della Romagna fra Ottocento e Novecento, Savignano sul Rubicone, Liscio@museuM / Pazzini Editore, 2008.
Su Secondo Casadei si vedano Gianfranco Miro Gori, Guida alla Romagna di Secondo Casadei, Rimini, Panozzo Editore, 2002 e Romagnamia. Passato e presente di una canzone tra la provincia e il mondo, a cura di Gianfranco Miro Gori, Bologna, Minerva Edizioni, 2004
12. Franco Dell’Amore, Storia della musica da ballo romagnola 1870 – 1980, cit., p. 99
13. Leandro Castellani, op. cit., p. 5
14. Intervista a Riccarda Casadei, Savignano sul Rubicone, 23 aprile 2014